sabato 6 luglio 2013

Le nuove malattie professionali _ Il contorsionismo degli intestini dei precari

Questa patologia colpisce statisticamente in maggior misura le donne e in particolare quelle più giovani. Ma essendo la statistica mera analisi quantitativa, in questo studio non terremo in considerazione questo dato, sottolineando invece il dato di fatto che rappresenta una casistica ben distribuita per variabili di sesso, meno in quella di età (giovani e diversamente giovani), abbastanza bene in tutti i settori professionali e tecnici*, se il dato di fatto è incrociato col dato di contratto.

La modificazione dell'anatomia degli intestini ha inizio, in generale, in modo latente e si manifesta tardivamente con spasmi diffusi ma concentrici, direzionati nello specifico verso il centro dell'ansia, che come sappiamo abita appunto nelle viscere. Risvegliata dalla precarietà del lavoratore post-moderno, dall'assenza quasi totale di punti fermi di riferimento, l'ansia tende a spostarsi vagando disorientata nelle strade delle umane feci, ingarbugliandone le vie fino a creare nodi, nocche e ghirigori.

L'affetto da contorcimento degli intestini tende ad assumere una posizione a conchiglia-a-doppia-valva o a verme-che-si-arrotola-quando-lo-tocchi, chiudendosi quindi su se stesso. Quando cerca di assumere la posizione dell'homo erectus, non ci riesce a causa dei nodi di cui sopra e si richiude a molla dopo aver emesso dei versi cupi e sordi, partiti dalla bocca dell'ansia.

Normalmente, chi ne è affetto è spesso irritabile come il suo intestino, gonfio come la pasta madre quando attaccata dai lieviti, e spento sia fuori che dentro. Quando, invece, accende il cervello, impostato spesso nel malato di precarietà sulla modalità vittimismo-persecuzione-depressione, il problema tende molto lentamente a risolversi. L'attivismo, il coraggio delle decisioni e dei no, la conoscenza dei diritti del lavoratore e altro carburante per le sinapsi, infatti, dà all'ansia una direzione: quella del cesso.


* In seguito analizzeremo invece alcune malattie professionali specifiche.

Nessun commento: